La pratica dell'iniziazione nei 7 rami
I RAMO
Si inizia affermando la nostra intenzione, la nostra motivazione a fare ciò
Ci si prostra mentalmente e realmente davanti ad una statua del Buddha (o ad una foto del Guru)
II RAMO
Offriamo noi stessi nell’intenzione e compiano 7 intenzioni:
offerta dell’Acqua = ovvero la Lettura – daremo la nostra conoscenza a tutti gli altri che la vogliono
offerta dei Fiori = ovvero essi crescono dall’acqua – dalla lettura cresce la conoscenza
lo faremo con l’Incenso che è l’odore della disciplina etica e lo faremo a nostro modo rivolgendoci al Buddha/Guru
offerta della Luce = ovvero le candele – i metodi che abbiamo imparato per illuminare gli altri
offerta del Profumo = spruzzato sul corpo – ci rinfresca dal dubbio, siamo convinti e ciò ci dà sicurezza
offerta del Cibo = su alti stadi di concentrazione non ci interessa il cibo. Se abbiamo dubbi sì
offerta della Musica = offrire in modo semplice, comprensibile a tutti, con cuore, senza esagerazione o timidezza, l’Illuminazione agli altri
III RAMO
Confessione aperta dei nostri difetti e dei nostri errori, ovvero non siamo in grado di...
IV RAMO
E’ la Gioia. Tutti noi dalla nascita abbiamo un Buddha e siamo Illuminati, e dobbiamo essergli grati
V RAMO
E’ la Richiesta di Insegnamenti ovvero cerchiamo l’Illuminazione
VI RAMO
Supplicare i Maestri di restare, non farli andar via, perché si vuole davvero che rimangano, per raccogliere gli insegnamenti
VII RAMO
Dedica, qualsiasi energia che vogliamo raggiunga l’illuminazione e sia raggiunta dai nostri intenti; alla base il concetto cardine è quello di non arrendersi mai
Da qui, come abbiamo visto, per trovare la via della Pace, dell’Illuminazione e del vero Dharma, per far sì che il Kharma ci venga in aiuto, partono i VOTI TANTRICI ed i VOTI BODHISATTVA.
Qui vedremo i voti primari di entrambi.
VOTI TANTRICI PRIMARI (nr. 14, è vietato):
disprezzare o deridere i nostri Maestri Vajra
trasgredire le parole di un Illuminato
per rabbia, trovare difetti nei nostri fratelli e sorelle di Varja
abbandonare l’amore per gli esseri senzienti
abbandonare la bodhacitta (la mente del risveglio, ovvero il desiderio dell’Illuminazione)
deridere i principi nostri ed altrui
rivelare insegnamenti confidenziali a coloro che sono immaturi
ingiuriare e maltrattare nostri aggregati
rigettare la vacuità, ovvero l’unicità della vita così com’è
essere amorevoli verso persone malvolevoli
non meditare continuamente sulla vacuità
scoraggiare chi ha fede
non affidarsi correttamente alle sostanze che creano connessione con la pratica tantrica
deridere la donna (verso Buddha femminili)
VOTI BODHISATTVA (nr. 18, in alcuni testi nr. 19, sono azioni da evitare per non cadere di ‘radice’; inoltre, vi sono nr. 46 condotte errate):
lodare o sminuire sé e gli altri
non condividere insegnamenti di Dharma
non ascoltare scuse altrui o colpire gli altri
proporre insegnamenti inventati
prendere offerte destinate al triplice gioiello (Buddha, Dharma, Sangha, ovvero le persone ordinate che indossano la tonaca color zafferano)
abbandonare il Dharma
rubare le tonache ai monaci
uccidere, estrarre sangue dal Buddha, cercare la scissione della comunità
mantenere una visione distorta
distruggere luoghi
insegnare la vacuità a chi ne è impreparato
distogliere gli altri dal raggiungere l’Illuminazione
distogliere gli altri dai loro voti
sminuire Shravaka (le parole del Buddha)
proclamare una falsa realizzazione della vacuità
accettare ciò che è stato rubato al triplice gioiello
stabilire regole ingiuste
abbandonare la bodhacitta
(a volte) usare sarcasmo negli altri (alcuni lo vedono già nel punto 1)
Da qui derivano i 4 fattori vincolanti per la perdita di radice (e dei voti):
non considerare le azioni come nocive, vedervi solo vantaggi e compiere queste azioni senza rimorso
avendo l’abitudine, non avere il desiderio, l’intenzione di astenersi ora e per sempre
commettere l’azione negativa con gioia
non avere dignità morale, imbarazzo, vergogna
Queste a loro volta nascono dalle 4 nobili verità del dolore:
verità del dolore
verità origine del dolore
verità cessazione del dolore
verità che porta alla cessazione del dolore
Della prima verità del dolore fanno parte:
dolore alla nascita
dolore alla vecchiaia
dolore alla malattia
dolore alla morte
dolore all’essere vicini a ciò che non ci piace
dolore all’essere lontani a ciò che si desidera
dolore per non ottenere ciò che si desidera
dolore nella separazione di corpo, 6 sensi (6° la mente), le sensazioni (vedano), le percezioni (sanna), la coscienza (vinnana)
Dalla seconda verità dell’origine del dolore:
il dolore ha origine dentro di noi per la ricerca della felicità
Della terza verità della cessazione del dolore:
l’emancipazione e lasciare andare ciò che si desidera
Della quarta verità che porta alla cessazione del dolore:
percorso del sentiero del ‘nobile ottuplice sentiero’ che porta al Nirvana, alla fine delle rinascite, alla liberazione dal dolore e dalle sofferenze
DA RICORDARE
Il Sutra del Loto, l’ultimo insegnamento di Shakyamuni, spiega che il Buddha è già dentro di noi fin dalla nascita, presente in tutte le vite. E ciò è principio e segno di uguaglianza fra gli uomini.
Dobbiamo risvegliare la nostra natura e lucidarla.
Facendo ciò ci libereremo dai 3 veleni (collera-egoismo-stupidità) uscendo da tutto.
Per farlo dovremo essere attivi, concentrati, dinamici.
Se riusciremo in ciò vedremo che tutto è universo, il nostro io è il mondo, e tutto è amore infinito (Babanam Kevalam).
Da ciò deriva la filosofia ed il pensiero Zen: vedere ogni cosa come l’insieme del tutto per poi vederne le sue differenze meravigliose che si equivalgono. E' la bellezza dello spazio, della vita così com’è.
L’essenza del Buddhismo, del Tantrismo, come quella di ogni religione, è la ricerca della felicità propria e del mondo degli altri.
Articolo con rivisitazione di Daniele Dodi Divakar