Il Tantrismo

Per Tantrismo s'intende l'insieme di scuole religiose, sviluppatesi in India, che si ispirano ai Tantra, alle loro dottrine e soprattutto ai loro culti.

Il termine Tantra (propriamente "trama di un tessuto") significa 'libro dottrinale' ed i Tantra sono una serie di libri sacri, di origine extravedica, ma in qualche modo collegati ai Veda, elaborati da numerosi autori, molti dei quali ignoti, in un arco di tempo che va dai primi secoli dell'era volgare fin quasi ai giorni nostri.

Le relazioni che intercorrono fra Tantra e Veda sono estremamente complesse, ed i seguaci del tantrismo sono spesso accusati di eterodossia dai sostenitori del sistema vedico-brahmanico (brahmanesimoinduismo), anche se i Tantra ed i Veda hanno diversi fattori in comune, come il simbolismo del linguaggio e l'interiorizzazione del sacrificio quale si è venuta delineando nelle Upanishad ("dottrine arcane, segrete", di una serie di testi filosofico-religiosi dell'India, appartenenti all'ultima fase del periodo vedico). Con le Upanishad il sacrificio materiale dell'antica religione vedica perde significato, perché l'eterno rinascere incombe anche sull'uomo religioso e pio, e vengono in primo piano il problema della salvazione dal ciclo delle esistenze (Samsara) e la dottrina dell'identità dell'anima individuale (Atman) con l'anima universale (Brahman).

Inoltre, alcune pratiche rituali vediche sono continuate nei Tantra, come l'uso di certi utensili e di certe formule sacre. Benché i Veda contengano alcuni elementi che riappaiono in seguito nelle fonti tantriche, i Tantra hanno origine in antiche tradizioni, non sistematizzate, yogichemagicheastrologiche, erotico-religiose e ritualistiche provenienti da una cultura arcaica propria delle popolazioni autoctone ad economia agricola preesistenti all'arrivo degli Arii ed in contrasto con il pastoralismo vedico.

Tali popolazioni adoravano la Grande Madre ed avevano culti di fertilità e pratiche sessuali ritualizzate.

L'origine del tantrismo si collega a quella del saktismo e va individuata nei più antichi testi tantrici che si distinguono in: Tantra Hindu, esistenti dal V secolo d.C. (Samhita visnuite della scuola "Pancaratra" e Agama shivaiti), e Tantra Buddhisti, databili a partire dal III secolo d.C., anche se la tradizione tibetana li colloca agli inizi del VII secolo d.C.

Alcuni Tantra shivaiti furono venerate fonti di ispirazione per Abhinavagupta (XI secolo d.C.) e per altri autori della scuola kashmirica. Essi sono di carattere mistico-filosofico e si distinguono dagli Agama e dalle Samhita, prevalentemente di tipo ritualistico-disciplinare per l'adorazione comune.

Lo sviluppo del tantrismo, soprattutto di quello buddhista, pare aver ricevuto forti stimoli dal patronato regale sia in India che in Tibet. A sua volta il patronato buddhista servì da stimolo indiretto per le scuole del tantrismo hindu.

Intorno al X secolo d.C. fu massimo lo sviluppo nelle scuole, delle dottrine e dei rituali tantrici, come pure la fusione fra le culture religiose della tradizione hindu e gli elementi del tantrismo.

Da questo periodo il tantrismo è regolarmente attestato da numerose fonti. Fra i templi più famosi per l'adorazione delle divinità tantriche in India, il Vaital Deul (VIII secolo d.C.), il Varahi (X secolo d.C.), entrambi in Orissa, ed il Tempio delle Yogini di Bheraghat (X secolo d.C.).

L'iconografia di questi e di altri centri di culto è di grande interesse e testimonia la moda, in voga all'epoca e non limitata al tantrismo, delle sculture erotiche. Tra i personaggi storici e leggendari della scena tantrica sono da indicare Srikantha, menzionato nel Mahabharata, promulgatore della dottrina "Pasupata"; Matsyendrabatha (X secolo), personaggio leggendario, fondatore del culto Kaulayogini e del movimento Natha Yogini che esiste ancora oggi (il suo allievo Goraksanatha gode di grande popolarità in India); il già citato filosofo mistico Abhinavagupta (XI secolo); Lakshmidhara propagatore della scuola "Samayacara" (XVI secolo); Raghavabhatta, commentatore del Saradatilaka (vissuto alla fine del XV secolo a Benares); Krsnananda Misra, l'autore bengali del Tantrasara (XVI-XVII secolo); Bhaskararayail, principe teorico della scuola "Srividya", e il suo allievo Umanandanatha, vissuti entrambi nel XVIII secolo, infine Kasinatha Bhatta, seguace di Daksinacara (XVIII secolo), prolifico autore di libri e opuscoli.

Lo studio della letteratura tantrica tarda rivela una riappropriazione del movimento da parte dei brahmini (caste indiane) e di altri intellettuali che hanno fatto di Varanasi, antico centro dell'insegnamento tradizionale, il luogo della rinascita tantrica. Anche in Bengala si è manifestato un rinnovato interesse per il tantrismo verso la fine del XVIII secolo, mentre in epoche precedenti esso aveva dovuto lottare contro movimenti religiosi rivali quali la rinascita visnuita del XV secolo, che dette a sua volta luogo a una particolare forma di tantrismo detto "Sahajiva", oggi seguita dalla comunità dei Baul. Il più importante pensatore moderno influenzato dal tantrismo fu Aurobindo Ghose e tra i suoi guru tantrici viventi compaiono nomi famosi nel mondo degli intellettuali indiani.


Articolo di A. Fiorentini

 

Approfondimento Tantra - La Mistica dell'Universo

Nota. Articolo per 'addetti ai lavori'
 

I tantra, i testi sacri di denominazione shivaita si ergono a simbolo dell'universo. Vera e propria mistica come il sufismo e la Kabballah, i tantra offrono una panoramica sintetica e metafisica del Cosmo. Sono la veste sacra in cui l'uno si realizza nel Tutto e si dispiega fonematicamente in molteplici forme.

Shiva su tutti è il Dio che adempie alla sintesi nelle sue cinque operazioni di emissione, mansione, assorbimento, offuscazione e distruzione. Emanando i fonemi, li riassorbe su se stesso e nei piani della coscienza.

La sillaba fonematica superiore è (shabda-varna). I suoni sono l'essenza dei mantra. Tutti i suoni sono essenziati di Shiva ("Ishvarapratyabijnahrdaya). "A" è la vocalica a dal cui dispiegamento si attua il molteplice, distinzione dualistica tra soggetto-oggetto. "A" è privilegiata nel suono AUM (dall'unità A=al molteplice=UM). All'inverso il riassorbimento (samhara) è dalla moltitudine "M" all'Uno "A", esempio "MAHA", il processo di reiterazione e AHam=emissione, proiezione. MAHA simboleggia l'ordine etico dell'universo che ritorna su Se stesso. L'Aham, cioè l'Io è il supremo mantra.

Proprio l'Io è autore del processo cosmico inneggiato in Shiva, il Para-matman che non intercede all'universo poichè lo sovrasta come pura coscienza (cit.) e come matrice cosmica dalla quale tutte le forme prendono esistenza in categorie (tattvas) che ivi vi si auto riflettono nel cuore pulsante di Shiva. Ma la coscienza può anche contrarsi ed assumere le forme del molteplice (idam) presenziato dalle potenze divine (shakti) che ipnotizzano l'Aham che nel più dei casi si gioca il ruolo di primo attore nello scenario cosmico. Etimologicamente Aham è composto da "A" di anuttara, designante l'unità-ordine etico del cosmo, l'Uno che trascende il Tutto nell'universo prima del dispiegamento del molteplice. Può darsi che l'aham, la coscienza indistinta, venga abbagliata dai multicolori dell'Idam, non accorgendosi di riflettersi in una delle sue proiezioni (a-shuddi).

Shiva trascende tutte le proiezioni. Non è bagnato dal potere dualizzante dell'illusione e travalica la dualità coscienziale ipnotizzata e bagnata nell'idam.

Un essere umano è poco sensibile alla luce ultra-violetta, che ha caratteristiche psichedeliche. Uno psicotico potrebbe confonderla con la realtà, ma in tutti e due i fattori soggiace il potere ipnotico dell'illusione. Shiva trascende la diade tempo-spazio in una triade tridimensionale che non ha confini. Il tridente di Sambhu, ipostasi del Signore rappresenta le dimensioni che vengono trascese nell'unità non duale (anuttara) e mentre il tamburo (damaru) percuote lo scorrere fluttuante del tempo psicologico, la danza regna vorticosa nell'estasi iniziatica della morte, riflesso di Shiva danzante (lila-murti).

In questo riflesso che il meditante deve visualizzare come un triangolo yantrico infuocato avviene le trascensione dell'Io ed il progressivo riassorbimento nei piani di coscienza purificati dal fuoco della danza di Shiva Nataraja. Shiva si erge a supremo Signore della ruota (chakreshvara) che come un "tricefalo pervade l'Universo (Trisiromata ripreso in Ksemaraja, Ishvarapratyabhijnahrdaya)".

Tricefalo, è ambiguamente la coscienza contratta (citta) che si è bagnata nell'oceano della dualità. "Così come il Beato ha l'universo come corpo, così pure la sua essenza è contrazione di coscienza ("citta", Ishvarapratyabijnahrdaya)". Ma questo stesso oceano è la sede dell'Aham, del se supremo, non rappreso, ma esteso come coscienza assoluta universale (cid-atma).

Anche la non iniziazione raggiunge Shiva se compreso come principio unico (bindu) nell'atto di coscienza dell'universale trascendenza.

"La condizione di Shiva-bhattaraka trascende tutto ed è costituita di pura luce (prakasha), a lui appartengono condizioni dell'essere che sono unicamente forme di Luce" (pratyabijnahrdaya). Ma vi è una via detta il mezzo di Sambhu cioè Shiva, puramente noetica, che arriva a percepire Shiva come quarto stato (turya) trascendente a tutti. La libertà di Shiva è nelle sue cinque operazioni. In virtù di questo gioco (lila) che l'Io tenta con se stesso nel tentativo legittimo di superarsi e di auto-riconoscersi, come l'autore del Tutto-Universo, dell'intero processo cosmico e della sua origine.

 

Articolo di Diego Pignatelli

Altre cose da sapere

Il Tantra Yoga Bianco è diverso dal tantra nero o rosso. Anch'essi trasformano l'energia, ma con risultati molto diversi: il tantra nero direziona l'energia per manipolare un altro essere umano, mentre quello rosso per scopi di tipo sessuale

Esistono due percorsi distinti nell’attraversamento della Via Tantrica. Il Tantra Rosso e il Tantra Bianco.

E’ significativo come il Tantra Rosso venne chiamato “Sentiero della Mano Sinistra” (sinistra = femminile) ispirato dall’aspetto intuitivo, (infatti il Sentiero della mano Sinistra o Tantra Rosso ha origine nel sistema Matriarcale antico),  mentre quello del Tantra Bianco “Sentiero della Mano Destra” (destra = maschile), ispirato ad un approccio razionale (infatti il Tantra Bianco o Via della Mano Destra ha una origine nel sistema successivo patriarcale).

La dizione Tantra Rosso e Tantra Bianco e’ piu’ popolarmente conosciuta in Occidente rispetto a Via della Mano Sinistra e e Via della Mano Destra rispettivamente. Ha origine negli studi sul Tantra compiuti da diversi ricercatori spirituali di inizio 1900 quali P.Blavatsky, R.Guenon, J.Evola ecc.

La visione destra e sinistra e’ collegata anche al principio delle due Nadi, cioe’ canali di energia del corpo umano individuati come Ida e Pingala che veicolano il prana vitale, descritti per la prima volta nei Tantra.

Pingala è l’energia positiva, maschile e solare situata a destra. Il metallo collegato è l’oro e sembra che simboleggi il sistema nervoso simpatico.

Ida e’ l’energia negativa, femminile e lunare situata a sinistra. Il metallo collegato è l’argento e sembra che stimoli il sistema nervoso parasimpatico.

La via della Mano Destra (Bianco) e’ ispirata dalla essenza Apollinea e indica la “ratio” umana che porta equilibrio nell’uomo, che è capace di concepire l’essenza del mondo come ordine e che lo spinge a produrre controllo in forme rassicuranti e razionali.

La Via della Mano Sinistra (Rosso) e’ ispirata dalla essenza Dionisiaca e indica  l’impulso alla vita, e agli istinti presenti nell’uomo fuori dagli schemi, esprime una modalità di relazione  non-mediata e quindi diretta, accedendo a forme di espansione sciamanica liberatoria.

Cio’ si riflette anche in una certa differenza di contenuti tra insegnamento dei Veda (sopratutto le prime tre raccolte dei Veda) e insegnamento dei Tantra, ricordando che la cultura tantrica sembrerebbe essere pre-Vedica, derivando dallo sciamanesimo matriarcale, tutt’ora presente, e sembra precedere di migliaia di anni gli scritti vedici, essendo una via che in antichita’ era tramandata oralmente di maestro in maestro, di maestra in maestra. Quindi solo successivamente le conoscenze tantriche molto antiche, trasmesse oralmente per millenni, sono state poi trascritte solo dal V secolo in poi.

Tantra Rosso o Via della Mano Sinistra o Vama Marga

E’ la via tantrica piu’ antica. I suoi adepti vengono chiamati anche Tantrika. Nella prassi, i praticanti del Tantra Rosso sono bilanciati perfettamente tra maschile e femminile, ci si siede solitamente in cerchio (Kaula), e l’insegnante non e’ distinto dal gruppo, ma trasmette da dentro il gruppo in cerchio e puo’ partecipare alle pratiche.

Comprende pratiche che si esplicano prevalentemente in gruppo come la chackrapuja, (ma non solo questo rituale) includendo il contatto umano fisico e la veicolazione tramite i sensi e il piacere, include l’incontro e lo scambio energetico tra Shiva e Shakti anche nel’Uomo e Donna incarnati, e include anche le pratiche sessuali (Maithuna) tra maschile e femminilequindi comprende le energie del primo e secondo chackra oltre alla esplorazione delle altre 5 energie, come possibilita’ di conoscenza del se’ e puo’ includere anche pratiche percettive in nudita’. Non vengono praticati rituali specifici di continenza sessuale o divieto dell’emissione del seme maschile. Anzi i fluidi sessuali emessi possono venire utilizzati nei rituali.

Vama significa anche Donna e Marga e’ Sentiero, quindi una delle possibili traduzioni e’ anche “Sentiero percorso assieme a una Donna”, inteso in interazione tra femminile (Shakti) e maschile (Shiva), come specchio emozionale reciproco nella conoscenza del se’. Nelle pratiche sessuali tra Shiva e Shakti nel tantra rosso non ci sono ferre prescrizioni del trattenimento dal seme maschile, ma anzi esso viene utilizzato anche nei rituali.

Le pratiche sono per lo piu’ “esterne” utilizzando, rituali, movimento del corpo, etc. Anche seppur “esterno” nei rituali, il tutto viene interiorizzato comunque dal praticante che conosce le correlazioni tra pratiche esteriori e pratiche interiori, tra simbolico e esperienziale. Il metodo della mano sinistra si riferisce ad una codifica di tecniche e di precetti che possono sembrare in contraddizione con la situazione culturale del periodo in essa si esprime. L’individuo e’ il solo responsabile delle proprie azioni, e non esiste una salvezza esterna che ci possa mettere al riparo dagli esiti di tali azioni, la divinita’ e’ interiore praticando l’auto-divinizzazione. Nel Tantra Rosso non c’e’ la suddivisione duale tra Puro e Impuro, tra mondano e sacro, tra sopra e sotto. Nel loro simbolismo, queste forme si riferiscono a trasgressioni di codici stabiliti, quindi alla rottura della regola e all’attraversamento delle passioni come codice di conoscenza.

Il praticante  del Tantra della Mano Sinistra persegue la liberazione durante la sua vita. È determinato a mantenere una consapevolezza della Divinità in tutto ciò che sperimenta, in ogni pensiero, con ogni sensazione, ogni respiro, in ogni momento. Tutto ciò che tale praticante attraversa in vita diventa  atto di adorazione. 

Viene definita la via veloce, la Via che scava un tunnel sotto la montagna. Alcuni maestri la paragonano a un bosco di querce rigoglioso.

Le vie contemplative che predicavano un rigido estraniamento dal mondo erano adatte nel periodo upanishadico, ma non, secondo il Tantrismo, al mutato livello spirituale dell’uomo. Si dovevano quindi adottare tecniche che invitassero a giocare al gioco dell’esistenza senza però rimanerci impantanati, per attingere quello stato spirituale non invischiato alla realtà materiale.

Le scuole tantriche mostrano come sia possibile raggiungere la liberazione (moksha) dalle pastoie mondane in qualsiasi modo e come ogni atto possa essere investito di un significato profondo e posto a fondamento di una pratica di autorealizzazione. L’impostazione tantrica, infatti, sottolinea il carattere sacrale anche di ciò che apparentemente sembra “profano”, in base all’assunto per cui il «seme dell’illuminazione» risiede ovunque. Pertanto, nulla viene rigettato, ogni evento della vita può diventare un trampolino di lancio per il salto nell’Incondizionato.

E’ una via piu’ iniziatica e complessa piu’ adatta a personalita’ dinamiche esplorative. Non vengono date prescrizioni rigide sul cibo, un praticante del tantra rosso puo’ mangiare carne, pesce, ma anche cereali e vegetali e vino. Solitamente nei praticanti di Tantra Rosso troviamo una certa prevalenza di personalita’ emozionali. In origine gli insegnanti della Mano Sinistra potevano essere sia maschili che femminili.

Trae origine dalle antiche ritualita’ popolari rurali indiane di origine matriarcale e matrilineare.

Tantra Bianco o Via della Mano Destra o Dakshina Marga

E’ la via tantrica piu’ moderna, derivante da quella Sinistra piu’ antica. I suoi adepti vengono anche chiamati Vedika. Nella prassi, i praticanti del Tantra Bianco non sono bilanciati tra maschile e femminile, ma la composizione e’ casuale. Si pratica usualmente singolarmente (tipo Yoga, infatti la via viene chiamata anche Tantra-Yoga), solitamente senza contatto o interazioni tra i partecipanti. Ci si siede a file, ognuno sul suo tappetino, e l’insegnante e’ distinto dal gruppo, spesso su uno sedile separato e isolato dai partecipanti.

Le pratiche sono per lo piu’ “interne”, basate su tecniche di concentrazione e visualizzazioni, movimenti della consapevolezza interna, meditazioni solitarie e atteggiamenti simbolici e metafisici che comunque escludono il contatto fisico ed escludono le pratiche sessuali con un altro essere ed esclude la nudita’. Una via di astinenza.
Il metodo ortodosso, detto della mano destra, adotta le forme che sono in accordo con la cultura, la filosofia e la moralità del periodo in cui essa si esprime. La visione dell’individuo quale limitato ed imperfetto, che necessita una guida maggiormente evoluta per poter migliorare la propria condizione esistenziale quindi con un riferimento ad una divinita’ esterna.

Il praticante del Tantra della Mano Destra (bianco) cerca di mantenere uno stato di purezza e la fedele osservanza dei suoi obblighi rituali e morali per tutta la sua vita. Se riesce, sarà ricompensato con l’unione con la Divinità dopo la morte. Nelle pur rare pratiche sessuali  nel tantra bianco ci sono rigorose prescrizioni del trattenimento dal seme maschile, e nella non emissione del seme maschile.

Viene chiama la via lenta, e’ la via che scala passo passo la montagna da un lato e la ridiscende dall’altro. Compare la suddivisione tra puro e impuro, e la contrapposizione tra sacro e mondano.  Alcuni maestri la paragonano a un filare ordinato di cipressi.

Vengono date prescrizioni rigide sul cibo, un praticante del tantra bianco non potrebbe mangiare carne, pesce, ma solo vegetali e le bevande alcoliche sono vietate. E’ una via puritana basata piu’ sulla rinuncia e sulle regole e sul distacco dalle passioni. E’ una via piu’ adatta a personalita’ analitico conservative. Solitamente nei gruppi di Tantra Bianco troviamo una certa prevalenza di personalita’ mentali.  Ancor oggi nel sistema induista Brahmanico Vedico non sono previste donne come Bramhini.

Trae origine da successive modificazioni del tantra originale  e ha dimensione cittadina, cioe’ proviene dallla cultura cittadina e di matrice patriarcale.

Origini storiche e bibliografia

In effetti in antichita’ remota, per quel che sappiamo,  non esisteva una reale distinzione tra le due vie, che e’ sorta solo successivamente. Semplicemente tutte le energie erano naturalmente tutte integrate nel Via Tantrica senza divisione alcuna, la sessualita’ come la spiritualita’.

Il Tantra della Mano Sinistra o Tantra Rosso, quello piu’ antico, sembra aver origine da una matrice matriarcale, quindi dalle donne per le donne. Successivamente, con l’avvento del patriarcato, e iniziato un processo di moralizzazione della disciplina purgando il Tantra dell’origine di tutti quegli aspetti che sono via via stati considerati nel tempo come disdicevoli e peccaminosi.  

Quindi nel Tantra della Mano Destra o Tantra Bianco, si e’ fuso nel Tantra-Yoga, e  sono stati quindi eliminate le pratiche sessuali, ritenute sconvenienti, le pratiche con le sostanze psicotrope, e comunque qualsiasi pratica considerata trasgressiva. Ed e’ stato eliminato, per come lo conosciamo in occidente, qualsiasi pratica di contatto fisico incarnato tra le energie di Shiva, Uomo e Shakti, Donna, lasciando solo gli aspetti simbolici interiori, ma non incarnati.

La Via della Mano Destra viene spesso considerata come figlia di una diluizione o sterilizzazione della corrente della Mano Sinistra, a cui in questo modo viene assegnata una priorita’, perlomeno cronologica. Il Tantra Rosso viene quindi usualmente considerato il tantra dell’origine, che include tutte le energie, il tantra da cui e’ derivato il Tantra Bianco privato di molte pratiche .

Tale processo di differenziazione tra le due vie Tantriche negli ultimi 5/6 secoli ha avuto la sua accelerazione, in particolare in India e zone limitrofe, per gli aspetti peculiari moralizzanti della dominazione dei Sultanati Islamici (1350-1700) e del successivo altrettanto dominio moralizzante del protettorato Inglese Vittoriano coloniale (1700-1945). 

Ora, dopo questo processo storico, l’India al giorno d’oggi e’ assolutamente puritana, dominata dal potere dei Brahmini, le statue tantriche in posizione di amplessi sessuali sono vietate alla vendita, e in tutta l’India c’e’ un solo studio di un medico sessuologo, i baci alla francese sono vietati nei film indiani, cosi’ come e’ vietata la nudita’.  Il Tantra della Mano Sinistra e’ relegato in nicchie poco conosciute, se non quasi scomparso. La sessualita’ viene considerata in forma disdicevole, impura, al pari del moralismo cattolico. La donna e’ tendenzialmente relegata in casa e dominata dal marito, anche se ovviamente processi di emancipazione sono in atto. Il sistema e’ tutt’ora diviso in caste, di arretratezza medioevale.

I Sultanati Islamici nella loro dominazione hanno distrutto fisicamente molti templi tantrici, capolavori di architettura ed arte sacra, ne sono rimaste poche decine diventati, al presente, solo attrazione turistica. Gli inglesi hanno introdotto freni inibitori come la colpa, la vergogna e il peccato, prima inesistenti nella cultura tantrica indiana.

Nell’India di epoca coloniale Inglese i libri con riferimenti a pratiche sessuali venivano sequestrati e bruciati, e chi veniva colto a renderli pubblici veniva imprigionato. Per cui i Maestri per salvarli dal rogo iniziarono a tenere segreti i testi e a epurare dai Testi le pratiche “incriminate”. Inoltre le prime traduzioni occidentali dei testi tantrici furono effettuate proprio da Inglesi e da Gesuiti, che tolsero dai testi quindi tutte le pratiche ritenute  peccaminose, alimentate dalla spontanea ripugnanza anglicana, vittoriana e cattolica verso la nudità e le pratiche sessuali. Molti di questi missionari cattolici colti, quasi tutti, erano preti gesuiti e grazie alla loro loquacita’ nel dibattito ed erudizione  riuscirono, nel tempo, a inserire alcuni dei temi fondamentali della teologia cristiana nell’impianto filosofico induista, arrivando a modificarlo sensibilmente.

Il Mahatma Gandi stesso, di origine brahminica, propose di distruggere i templi di Kajhurao, che riportano sculture altamente erotiche, perche’ considerati perversi, anche se la proposta non ando’ fortunatamente  in porto.

Piu’ tardi i primi maestri indiani, che ai primi decenni del 1900,  importarono gli insegnamenti di Yoga negli Stati Uniti (come Paramahansa Yogananda) si imbatterono nel puritanesimo americano e quindi dovettero anche in questo caso ulteriormente eliminare tutte le pratiche che sarebbero state perseguite, anche giuridicamente nella puritana America.

Si ando’ quindi strutturandosi nel tempo, soprattutto in Occidente, un Tantra “diluito” e disinfettato dalle pratiche considerate “immonde” che si convoglio’ poi nel Tantra Bianco, o Tantra-Yoga per  come e’ conosciuto oggi.